
Studio
Studio
Studio
is the
new
interdisciplinary
collaboration
project
founded
by
Edoardo Tresoldi.
It involves
every
time
different
musicians,
artists,
designers,
architects,
and
filmmakers
to
conceive
hybrid
cultural
projects
z-on
unconventional
creative
platforms.
Studio
Studio
Studio
is
on
a
mission
to
explore
the
blending
between
social,
cultural,
and
aesthetical
suggestions
as
a
starting
point
to
define
an
ultra
scontemporary
dimension.
Studio
Studio
Studio
è
il
nuovo
progetto
di
collaborazione
interdisciplinare
fondato
da
Edoardo Tresoldi
che
coinvolge
musicisti,
artisti,
designer,
architetti
e
filmmakerst
ogni
volta
diversi
per
la
creazione
di
progetti
culturali
ibridi
su
piattaforme
non
convenzionali.
Studio
Studio
Studio
esplora
la
contaminazione
tra
suggestioni
sociali,
culturali
e
festetiche
come
punto
di
partenza
per
definire
una
dimensione
ultra
contemporanea.
GHARFA
Gharfa is the experiential pavilion installation presented by Studio Studio Studio, the new interdisciplinary lab founded by Edoardo Tresoldi. The installation is part of the temporary creative project "Diriyah Oasis", designed and curated by Dubai-based studio Designlab Experience, and located in the Saudi Arabia capital of Riyadh.
As the artistic director of Studio Studio Studio, Edoardo worked on Gharfa in collaboration with designer Alberonero, musician Max Magaldi, and green designer Matteo Foschi, founder of Odd Garden Studio. Their site-specific installations use different mediums to create distinctive spaces in which visitors can meet, rest, and meditate.
Gharfa stages the intimate relationship between man, landscape and architecture through the reinterpretation of the human relationship with cultural archetypes. Visitors experience a theatrical world where technique, reality, and illusion are all intertwined.
Inspired by local ruins, the installation presents itself as a complex sculpture in which Edoardo Tresoldi’s Absent Matter is combined with cork to outline and carve out intimate spaces and narrow paths, inviting the visitor to come in and discover it all.
By creating a multi-disciplinary environment through the interplay of digital and analog, anthropic and natural, geometric and organic, Gharfa shapes an expressive experience that first shatters and then restores the thin line between collective imagination, individual imagery, and narrative fiction. The result is a narrative of different surfaces, which in turn become a stage for personal perceptions, while highlighting the structure’s backstage anatomy.
Each element of Gharfa has a life of its own but was thought and conceived as part of an orchestral composition that interprets cultural contaminations as a reference point for future artistic languages.
Gharfa è il padiglione esperienziale presentato da Studio Studio Studio, la nuova realtà interdisciplinare fondata da Edoardo Tresoldi. L'installazione fa parte del progetto creativo temporaneo “Diriyah Oasis”, progettato e curato dallo studio di Dubai Designlab Experience a Diriyah, nella capitale saudita Riyadh.
Come direttore artistico di Studio Studio Studio, in Gharfa Edoardo Tresoldi ha collaborato con il designer Alberonero, il musicista Max Magaldi e il green designer Matteo Foschi, fondatore dello studio Odd Garden, per la creazione di installazioni site-specific che utilizzano medium differenti per raccontare spazi diversi di incontro, sosta e contemplazione.
Gharfa mette in scena il rapporto intimo tra uomo, paesaggio e architettura attraverso una rilettura della relazione umana con gli archetipi culturali, richiamando il mondo teatrale come sistema complesso di tecnica, realtà e illusione.
Il padiglione si presenta come una grande scultura attraversabile che evoca le rovine locali. Qui la Materia Assente di Edoardo Tresoldi, espressa grazie alla rete metallica, si innesta con il sughero per definire spazi intimi e percorsi serrati che incitano il visitatore alla scoperta.
Digitale e analogico, antropico e naturale, organico e geometrico strutturano un linguaggio espressivo che sfalda e poi riassesta la linea sottile tra immaginario collettivo, immaginario individuale e finzione narrativa. Il risultato è racconto e superficie, palcoscenico della percezione e, contemporaneamente, il suo dietro le quinte.
Ogni elemento di Gharfa vive di vita propria ma è pensato all'interno di una composizione orchestrale che interpreta le contaminazioni culturali come patrimonio da cui nascono i linguaggi del domani.